Comunicati
È tutto talmente insostenibile… troppo doloroso anche solo immaginare che potesse accadere... invece è accaduto.
È accaduto che in men che non si dica si sdoganassero immagini pedopornografiche su social e tg nazionali. Immagini passate di telefono in telefono come nulla fosse. Oggi, di fronte a ciò che è accaduto, sembriamo incapaci di cogliere la gravità di ciò che sta succedendo, troppo ansiosi di far girare il video, con un certo senso di disgusto ma talmente immersi nel nostro mondo da non renderci conto che stiamo veicolando un video pedopornografico che in Italia è da considerare come reato. Tutti noi dovremmo essere indagati, alscoltati dalle Forze dell’Ordine e giustificarci di fronte ad azioni e decisioni prese con tanta superficialità.
Noi che combattiamo ogni singolo giorno la pedofilia siamo qui a chiederci come sia stato possibile che un video così, che in Italia verrebbe inserito tra i contenuti pedopornografici, sia placidamente passato in televisione e sui social senza domandarsi se ciò fosse legale o meno. Possibile che nessuno si sia reso conto della gravità di queste azioni? Possibile che non sia ancora stata aperta un'inchiesta (giornalistica, ma non solo) per valutare le conseguenze di queste azioni? Possibile che nessuno si sia mosso per condannare i giornalisti, gli influencer o il singolo cittadino che hanno candidamente ri-pubblicato il video?
Oggi tutti noi abbiamo la possibilità di vedere in grande ciò che succede ogni singolo giorno nella casa accanto alla nostra, al bambino compagno di banco di nostro figlio. Quando, però, avviene un abuso nessuno ne coglie la gravità, nessuno interviene per interromperlo, nessuno si preoccupa del bambino.
Non ci sono giustificazioni che tengano, perchè non si tratta di pixelare il viso del bimbo, non si tratta di interrompere il video prima di mostrare l’atto nella sua completezza, non si tratta di farlo “per una giusta causa”. Si tratta di condannare e censurare immagini pedopornografiche, atti pedopornografici. Si tratta di condannare “l'intenzione” di un atto pedopornografico.
E come se non bastasse non solo non vengono condannati nè il gesto né l’intenzione, viene tutto giustificato, ri-scritto come “atto goliardico”, “ingenuo”.
Ma dove siamo finiti?
Per le persone che hanno subito un abuso durante l’infanzia, quel video, le parole, l’indifferenza, la totale incapacità di immedesimarsi con noi e con il nostro dolore, consentono oggi di dire a voce alta “Ma dove siamo finiti?” se un atto così disgustoso non ha un'unica forte risposta, ma le vostre mille inconcludenti giustificazioni?
Tutto ciò, ancora una volta e ancora di più, è la conferma di una società che vuole cancellare la vittima e esaltare il carnefice. Che non vuole correre il rischio di abbattere chi ha il potere di far gesti simili davanti a migliaia di persone e telecamere, sapendo benissimo che verrà descritto come un gesto che non ha fatto male a nessuno, che “figurati se lo faceva davanti a tutti”. Un atto violento che nessun presente ha colto e solo il bambino ha vissuto come il disagio estremo della vittima sacrificale e sacrificabile.
Se alla semplice richiesta di un abbraccio si risponde con un bacio sulla guancia, sulle labbra, violentemente perchè il potente di turno afferra il bambino e lo avvicina a sé, se gli si chiede senza mezzi termini di fare un gesto (religioso?) ma nel quale non c’è parità nè di età, nè di potere, nè di scelta, per il quale non c'è consenso... Bhe, scusateci tanto, ma noi vittime lo consideriamo un abuso; scusateci tanto se siamo statə male, scusateci tanto se non capiamo la vostra posizione e scusateci tanto se ancora oggi dobbiamo spiegare cos’è un abuso sessuale, un abuso di potere, un abuso religioso.
La Segnalazione all'Ordine dei Giornalisti
Dopo un articolo di Giuliano Ferrara pubblicato sulla testata Il Foglio il giorno 11 aprile 2023, abbiamo inviato una segnalazione all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Puoi leggere il testo della segnalazione QUI.
L'articolo di Emanuela Provera
Il 19 aprile 2023, la giornalista Emanuela Provera ha pubblicato su Senza Bavaglio un articolo intitolato "Caro Ferrara il Dalai Lama che bacia il bambino non è difendibile", nel quale viene riportato anche il punto di vista di Meti sull'accaduto.
Puoi leggere l'articolo completo QUI.